Spotify, l’idea di un baby-pensionato svedese

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Immagine per Spotify

Dopo il Museo del Fallimento di Helsingborg e il Bluetooth, torniamo a parlare di qualcosa di svedese: Spotify.

Il fondatore, nonché ceo, si chiama Ek ed è nato a Stoccolma nel 1983.

PRIMA DI SPOTIFY

Quando era adolescente, mise su una squadra di informatici, più o meno della sua età. Questi ragazzi utilizzavano i computer  della sala informatica della loro scuola. Che cosa facevano? Siti per committenti. L’attività era redditizia. Ma non redditizia come Advertigo, una società di pubblicità online fondata sempre da Ek. Ek guadagnò così tanto da poter andare in pensione a soli 27 anni.

Ma, pur con molti soldi da spendere, non era felice perché gli mancava la vita attiva, gli mancava il lavoro.

Allora, andò a stare per  tre mesi in una baita nelle foreste scandinave. Da solo. Da solo in mezzo al nulla. Ma con la musica. Fu qui che ebbe l’idea. In fondo, era andato lì per questo. Fu qui che gli venne l’idea che avrebbe portato alla nascita di Spotify.

In realtà, trasse ispirazione da una piattaforma che utilizzava quando era un adolescente e che a quei tempi era molto popolare: Napster.

Napster permetteva di condividere i propri file con gli altri utenti, che potevano ascoltarli gratis. Immaginate la gioia delle case discografiche. E infatti è durato solo due anni, dal 1999 al 2001, quando un giudice ha intimato loro la chiusura. I primi a fargli causa per violazione del copyright sono stati i Metallica. Oggi Napster è rinato ma è un servizio a pagamento.

DALLE DIFFICOLTÀ AL SUCCESSO

Ma torniamo a Spotify. In sintesi, Ek ebbe l’idea di fornire un servizio simile a quello di Napster ma in modo legale e con il permesso delle case discografiche. Ci hanno messo un po’ (lui e il suo socio Lorenzon ) ma ci sono riusciti. Un discorso analogo si può fare per i finanziamenti: hanno fatto un po’ di fatica ma visto quello che hanno ottenuto è valsa la pena aspettare: 15 milioni di dollari. Donatore: Sean Parker, il fondatore di Napster (insieme a  Shawn Fanning), che è entrato nel consiglio di amministrazione. I soldi erano necessari sia per la costruzione della piattaforma sia per comprare i diritti dalle case discografiche.

Oggi Ek ha un patrimonio di oltre un miliardo e mezzo di dollari (1,6 per l’esattezza). Nel 2018 Forbes lo ha definito la persona più potente dell’industria musicale. Il 2018 è stato anche il primo anno in cui l’azienda ha chiuso il bilancio in attivo (il servizio è stata lanciato nel 2008).

Infine, una curiosità: sembra che il nome Spotify sia nato per caso. Solo dopo Ek e Lorenzon hanno pensato che era l’unione tra spot e identify.

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 Fonte  Storie di Brand

la redazione

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